Cosa è un’ossessione?
Come si gestisce un’ossessione?
Tutti abbiamo le nostre. Passioni amorose (magari non corrisposte), passioni artistiche, musicali. Coincidenze esaltate dalla ricorrenza.
Spesso la gestione di queste ossessioni può ribaltarci la vita. Se non troviamo il modo di governarle ne possiamo venire sopraffatti. Quando impariamo a padroneggiarle possiamo farle diventare una spinta, uno spunto, una opportunità.
Annalisa Stancanelli tradisce ormai tutti i sintomi dell’ossessione per Caravaggio. L’idea che nello spazio di un anno cruciale per la sua vita, Michelangelo Merisi abbia calcato le nostre strade, la tiene sveglia di notte.
Se potesse, ritornerebbe al 1608 (quasi 1609), a quell’ottobre quando fuggendo da Malta, Caravaggio approdò a Siracusa. Lo seguirebbe come un ladro nell’ombra per carpirgli tutti i passi, i gesti, gli spostamenti, fino al settembre 1609, quando lascia la Sicilia, pare da Messina, ma chissà poi se è vero.
Non potendo trasformarsi in una mosca del diciassettesimo secolo, per soddisfare la sua ossessione, ha imparato a padroneggiarla.
Con destrezza la usa per dare vita a romanzi e libri che ruotano in vario modo intorno all’artista maledetto milanese seicentesco.
Mursia ha appena messo sugli scaffali Il Mistero di Caravaggio, un giallo complesso, che si sposta nel tempo e nello spazio seguendo Caravaggio e i suoi quadri (quelli noti e quelli ignoti).
Tra Eva Braun, il Fuhrer nel suo bunker, frati cappuccini, mercanti d’arte senza scrupoli di ogni nazionalità, impettiti funzionari ministeriali, esperti d’arte e di storia, Annalisa Stancanelli intreccia sotto i nostri occhi, un complicato plot multidimensionale, utile a riempire caldi ozi estivi, o fredde sere d’inverno vicino al camino, con quella tisana di erbe aromatiche degli iblei fumante nella tazza.
Per scaricarsene il peso Stancanelli la sua ossessione la trasferisce al padre del protagonista, il carabiniere in pensione Pietro Romano. Pietro Romano ha lasciato che tutta la sua vita, professionale e familiare venisse travolta dalla Caravaggio mania.
Una pagina di grande affetto, scritta proprio con tutto l’affetto possibile, che registra una telefonata tra Pietro e l’ex moglie, ci rivela con quanta tenerezza l’autrice chieda ai suoi familiari di resistere, di tollerare, di amarla oltre (nonostante) questa sua ossessione.
Il protagonista è Toni Romano, un monuments’man de noantri.
Alto, bello, capelli fluenti neri, un cuore di ghiaccio, involontario sciupa femmine, che risulta infine sempre più sciupato lui.
Ha ereditato l’ossessione del padre e la vita gli pone davanti numerosi elementi per tenerla viva.
In una inedita stretta collaborazione interforze, con Toni collabora un ragazzone impostato, poliziotto per vocazione naturale, che si chiama onomatopeicamente, Regazzoni.
In occasione della presentazione dell’antologia Giallo Siciliano (cui contribuisce anche Stancanelli con un gustoso Cicerone che indaga per la Pentapoli Siracusana) ci siamo chiesti se esista la categoria Giallo siciliano.
In questo caso non abbiamo bisogno di chiedercelo. Pur navigando tra passato e presente e alcune città europee, questo è un giallo siracusano.
Nel senso che di Siracusa è pieno. Di tracce della città, dei suoi cittadini, della sua storia, anche minore, della sua toponomastica, dei suoi monumenti.
Siracusa è una città che in Italia e all’estero gode di una meritata fama. Esaltata dalla recente kermesse di D&G.
È facile immaginare uno stuolo di lettrici e di lettori che seguiranno i colpi di scena e i profili vagamente horror di questa trama, riempiendosi occhi e desiderio dei luoghi della nostra città, della nostra way of life. Progettando prima o poi un tour alle nostre latomie, al nostro barocco, ai segni del passaggio di Caravaggio.
Un giallo turistico, quindi.
D’altronde questa è la chiave che la stessa casa editrice offre, presentando i gialli di questa estate della scuderia Mursia, dislocati su di una cartina dell’Italia.
Un giallo come invito a viaggiare.
Il romanzo di Annalisa Stancanelli va però oltre la finalità trip advisor.
In questa storia circolano serpenti e serpari, lupi, ciaraulari, streghe.
Aleggia il mito di San Paolo, primo curatore dal veleno dei serpenti che la nostra provincia ricordi.
A Solarino, (già San Paolo di Solarino), infatti, domenica scorsa è stata tenuta la notte dei ciaraulari, una iniziativa culturale che ha visto anche un premio giornalistico importante.
Anche il mito della Biddina trova spazio nella fantasia di Annnalisa Stancanelli per questo romanzo.
Insomma, l’autrice prova a scrollarsi di dosso la sua ossessione per il dannato Michel’Angelo, dando libero sfogo alla sua fantasia, alla sua tensione creatrice, riempiendo con i suoi desideri tutti gli spazi lasciati scoperti dalle notizie storiche. Ne viene fuori un giallo non tradizionale, con inserti che ricordano anche Stephen King, ma, per fortuna, qui non siamo nel Maine.
La controindicazione è che Stancanelli si sguaina dalla sua ossessione e la passa a noi malcapitati lettori. Noi che, inseguendo le tracce di omicidi e di veleni, ci innamoriamo ancora una volta di Siracusa e ci scopriamo ossessionati dalle magiche storie del passaggio di Caravaggio in Sicilia.
Attenzione amici lettori, questo libro può essere contagioso e creare dipendenza.
Noi vi abbiamo avvertito…
Ieri sera 5 agosto, sulla terrazza grande del Circolo Unione, ci siamo riuniti per conversare con Annalisa Stancanelli di questo libro.
Le letture di Francesca e Simone del Gruppo Gli Amici di Casa Costa hanno puntellato le domande scanzonate di Gingolph alla scrittrice.
Lo sfondo del mare e dell’isola di Ortigia sdraiata sul mare hanno circondato di bellezza i circa sessanta partecipanti all’incontro.
Uno stormo di fenicotteri rosa si è alzato in volo dalle vicine saline e ha salutato i sorpresi partecipanti all’incontro.
Il calore del pubblico ha circondato l’autrice con il suo affetto, invitandola a firmare le copie che grazie alla Casa del Libro Mascali di Marilia Di Giovanni hanno potuto acquistare sul posto.
Un altro incanto si è compiuto.
Grazie a tutti.