Lentini, Paisi di puìsia (Mineo, mancu babbìa) – Geometrie Dismesse di Santina Lazzara

Ricominciano le attività al Centro Polifunzionale della Biblioteca di Lentini.

Sabato 21 gennaio una curiosa passeggiata tra i vicoli della poesia.

Gingolph e Pippo Cardello hanno incontrato Santina Lazzara e la sua poesia. Geometrie dismesse. Algra editore.

Tracciando un ideale parallelo tra i paesi di Lentini e di Mineo, paisi di puìsia, abbiamo ricostruito il cammino del poetare dal Notaro Jacopo fino al Maestro Cardello, e da Paulu Maura fino a Santina Lazzara.

Il Maestro Cardello ci ha declamato due poesie di Jacopo, da lui stesso rielaborate in dialetto siciliano.

Santina Lazzara ci ha restituito il suono di tre liriche, tre canzoni, del poeta di strada, del poeta combattente, Paulu Maura di Mineo, che visse in prima persona e cantò il Gran Tremuoto del gennaio 1693.

Riconoscendo alla città di Catania il ruolo di centro culturale di attrazione per entrambi i paesi, di Lentini e di Mineo, il Maestro Cardello ci ha declamato un’apologo morale di Micio Tempio, e il sonetto d’amore di Nino Martoglio, Nica, dalla Centona.

La riflessione sulle parole come musica, sulle parole che con la musica rivestono un abito nuovo ci ha portato alla prima performance poetica di Santina Lazzara.

Con le musiche di Blackfield, Santina ha dato fiato alla sua pluripremiata poesia Io sono l’acqua.

Una esperienza di corpo e voce, una esperienza di Sound Spoken Poetry.

La musica si adatta alle parole, al loro tono, la poetessa si fa lira e modula i versi secondo le pieghe della musica, ne segue l’onda, la ripete, la riproforma, ne viene fuori una modalità nuova.

Il messaggio della poesia trova più veicoli per giungere all’ascoltatore, Per riversargli dentro l’anima le emozioni ricercate.

Conversando con Santina Lazzara abbiamo appreso che davvero le ascendenze di Mineo hanno influito sulla sua vocazione alla poesia.

Suo nonno, Agrippino Lazzara, detto Pino, un contadino che ha attraversato il Novecento da analfabeta, e solo tardivamente ha appreso la magia dello scrivere, ha lasciato tantissime poesie in dialetto menenina, che raccontano di vita quotidiana, di storie del paese, con cui consuma vendette e gelosie, nella migliore tradizione di Mineo.

Il paese della Pietra della poesia, dove ancora oggi si può assistere ad appassionanti duelli tra anziani che rappano in rima baciata.

La vita di Pino Lazzara, la sua poesia istintiva, urgente ed umana, priva di costrutti intellettuali, ci ha ricordato la figura di Vincenzo Rabito, l’operaio chiaramontese che tracciò in circa duemila cartelle illeggibili tecnicamente, la sua sfortunata e maletratata vita.

Grazie al lavoro di riedizione e di ricucitura della Einaudi, divenne un libro, Terra Matta. Un racconto di una forza irresistibile, una lingua di fonemi più che di parole, che va letto ad alta voce per comprenderlo fino in fondo.

Abbiamo chiesto a Santina di far rivivere le poesie del nonno Agrippino.

Il progetto editoriale presentato ieri sera, Geometrie dismesse, ha un taglio particolare, fortemente voluto da Santina.

Un libro piccolo, ben curato, tascabile, portatile, da tenere sempre con sé al bisogno.

Alle trentacinque poesie selezionate come summa di dieci anni di attività, di dieci anni di poesia, di poesia per strada, impegno sociale e civile, sono affiancate delle foto di ruderi e scorci rupestri, anch’essi dismessi, disabitati.

Le foto sono di Hasan Joy, uno dei minori non accompagnati, di cui si è occupata professionalmente Santina Lazzara.

Tra le poesie scelte per anticipare alcune risonanze di Geometrie dismesse, Santina ci ha declamato Luna comanda colore. Un racconto di giochi infantili spezzati, di paura e tormento, di viaggi lotteria, come quelli che affrontano i minori non accompagnati di cui si occupa, appunto.

Il mare, tormento e desiderio, di questi bambini non più bambini, che presto si rendono conto che il viaggio non finisce con l’approdo alla riva desiderata. Il viaggio continua giorno dopo giorno, con i suoi pericoli e le sue delusioni.

Santina ci ha parlato della prosecuzione del suo percorso dopo Geometrie dismesse. Ci ha raccontato della sua ricerca di una voce identificabile, di una cifra distintiva.

Nello stesso tempo in cui prendeva vita Geometrie dismesse, una nuova silloge è nata, 45 minuti. Rielaborazioni adulte di flashback infantili, timori e paure che si rivelano diverse. Condivise, uguali, unificanti.

Ma non è solo la lingua italiana ad offrire materia per le trame poetiche di Santina Lazzara. Pur ancora non avendo affrontato il dialetto, la lingua inglese e francese sono state suoni adatti ad alcune espressioni.

Così, come un bis non richiesto, Santina Lazzara ha chiuso questa appassionante ed appassionata giravolta nelle volute della poesia nei tempi e nei luoghi, con la declamazione in musica di Rapples.

Rapples

Un’altra insolita ed intrigante esperienza culturale vissuta a Lentini.

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