L’amore è un quadrato rosso rosso rosso – L’amore di Madame – Sugar

Ogni tanto torniamo ad interrogarci su cosa sia questo amore. Di cosa parliamo quando parliamo d’amore. Un film, un libro, una qualunque manifestazione artistica ripropone questa vessatissima domanda.

Oggi si incarica di riproporre questa domanda Madame che ha pubblicato il suo secondo album intitolato appunto L’amore.

Un quadrato rosso vivo, rosso passione, rosso sangue, rosso amore.

Ancora più apprezzabile nella versione in vinile.

Lo abbiamo ascoltato attentamente e proviamo a raccontarvelo in queste righe – potevo sottrarmi? –

Partiamo da alcune premesse importanti.

Ruotando ancora sul tema del doppio già sviluppato, è la stessa artista a mettere le mani avanti presentando il disco. Madame è e resterà single. Francesca sentimentalmente si fa i fatti suoi e a voi non ve ne deve fregare niente.

Questa premessa facilita l’ascolto: non siamo costretti a interrogarci pruriginosamente su quanto sia autobiografico questo o quel verso.

Madame dice e canta quello che ha imparato sull’amore non necessariamente sulla sua anima o sul suo corpo. Concentriamoci sul valore artistico dell’opera.

Rispetto al primo album questo è un vero e proprio concept album, come quelli che si facevano anni fa. Una linea unisce le canzoni e anche la successione tra loro rappresenta una evoluzione voluta.

Ancora una volta la forma del vinile esalta la forma concept album.

Non ci sono collaborazioni. Madame acquisisce consapevolezza della maggiore maturità espressiva e se ne assume integralmente la responsabilità.

La maturità si riscontra anche nelle strutture musicali dei brani, più ricercate, più elaborate, più sviluppate. Alle ormai iconiche e distintive allitterazioni di versi aggiunge alcune sperimentazioni di allitterazioni di suoni ancora più stranianti.

Sono voci di donne, ma non è una visione femminile. L’amore è amore comunque, e ci tocca studiarlo, scoprirlo, capirlo.

Tutte queste premesse fanno indizi concordanti se non prove che Madame oggi sia definitivamente uscita dalla sezione rap emergente e abbia acquisito dignità e rango di cantautore, come ci ha suggerito Don Andrea Pitrolo, frontman degli Alter Faber in una recente intervista.

Sessant’anni dopo circa la forma cantautorale del terzo decennio del duemila può essere quella assunta da Madame.

Ciò spiega ancora una volta perché la forma vinile si imponga sulle altre.

L’album si apre con Come voglio l’amore. Una ballata elettronica di versi ossimori che si contraddicono costantemente. È il manifesto di apertura: in ogni condizione, stato, situazione, anche la più negativa, la più disgustosa, la più deludente c’è sempre una componente di amore. Lo sforzo sta nel ricercarla, nel trovarla, nell’ascoltarla.

La prima tappa è segnata dalla prostituta felliniana e pasoliniana della canzone di Sanremo. Il bene nel male. La graziosa di questa nuova Via del Campo, che si innamora del suo cliente di cui abbiamo già parlato. L’amore nascosto nella violazione del perbenismo come il bene si nasconde nel male.

Fruscio di vinile, ritmo sostenuto in terzine, canto quasi urlato, refrain che finisce con oh oh. Siamo in pieno cantagiro. Quante volte ti pensavo.

Una storia di violenza, di pestaggi, da parte di un uomo di cui tutte si innamorano e a cui tutto si perdona. Da cui solo con uno sforzo di amore gigantesco ci si può liberare e passare dal presente ossessivo ti penso all’imperfetto melanconico ti pensavo.

Il primo guizzo di genio arriva con Nimpha – La storia di una ninfomane.

Una sintesi perfetta tra la Marinella di De André e l’Ultimo Amore di Capossela. Arrangiamento latino con chitarra acustica in primo piano e percussioni a sostegno. Quando il troppo amore soffoca, quando lui non sa come gestire l’insaziabile sentimento di lei e, come in un noir francese d’altri tempi, la getta nel mare per non vederla più. (Ma mi voleva bene, tanto bene, bene da morir, cantava Lucia del Quartetto Cetra)

Tu sei innamorato di me
E nel mare che spiavo con te
Sono nata nimpha e nimpha sono morta
Grazie a te

Il mio nuovo maestro affronta l’inevitabile successione e alternanza di amori, di grandi amori, protestati, urlati, vantati, che si sgretolano al tocco di una nuova carezza. Cosa resterà di questi amori?

Che ne sarà di me
Che ne sarà di te
Che ne sarà di noi
Che ne sarà di lui

Quella nuova carezza può anche venire dal tuo stesso sesso. È il caso di Donna vedi. L’esplorazione di come possa essere diversamente appagante un amore, di come si possa compensare una diversa natura dentro uno stesso corpo. Di quanto sia tentatrice l’apparentemente uguale sensibilità.

Io sono donna, sì
Ma nella scorsa vita avevo il cazzo
E lo so da come sono yin e sono yang
E sono Jung

A volte l'empatia fa la parte nella giungla
Della serpe che la preda la incanta

Il brano, come altri, è segnato dal marchio di salvaguardia dei minori explicit. In questi brani riemerge prepotente la sfrontatezza degli inizi, di Sciccherie, con cui si impose.

Più che esplicito il brano seguente: Pensavo a . Una successione di fantasie erotiche, di suggestioni pornografiche, un frullato di youporn, con cui rappresentare la sarabanda, il circo, la vertigine sessuocentrica che il mondo agita e mantiene al centro, minimizzando il sentimento. È più difficile, ma non impossibile, ritrovarlo l’amore dentro questo stordimento dei sensi.

Chi resterà in piedi dopo lo stordimento riconoscerà in se la verità, ritroverà in se l’amore.

La festa della cruda verità, che segue subito dopo, è la prova di quanto Madame sappia fare tesoro delle sue esperienze. Dalla festa della taranta di cui fu maestra, arriva questa canzone.

Evidente omaggio al Branduardi che abbiamo amato, la fiera dell’est si tiene in Salento e balla la taranta.

C'è chi è ancora in piedi, amore
C'è chi non sta in piedi
Stai ancora in piedi, amore
Io sono ancora in piedi

Sopravviverà chi dirà la sua verità
È la festa della fine delle nostre vanità

Respirare. In fondo cosa chiede una donna? Cosa chiede Madame?

Solo di fare l’amore nel modo più naturale, nel modo più istintivo, diceva Battisti facile come bere. Madame semplifica ancora di più: come respirare…

E che quando succederà sarà
Come respirare (Come respirare)
(Come respirare, come respirare, sarà come respirare)

La rigida distinzione tra Madame e Francesca si incrina solo nella canzone Milagro – A Matilde. Una deroga perfettamente funzionale a questo racconto dell’amore.

Matilde è L’amica. Una amicizia più intima e anche più intensa di un amore. Più ricca di un amore, più potente di un amore.

Un’amicizia dove si custodisce un grandissimo amore, che prende anche questa forma per esistere e legare le anime.

Sei la piazza di una città di mare
Dopo il carnevale
Sei la barca dove posso parlare
Da sola col mare
L'acqua calma che si increspa soltanto
Dopo il temporale
Sei il silenzio che mi fa riposare
Sei la primavera mia
La primavera mia
La primavera mia

Trovate qualcuno che vi dica quello che Madame/Francesca dice a Matilde. Anzi trovatevi qualcuno a cui poterlo dire…

La suggestione della taranta ritorna con L’onda – la morte di un marinaio.

Una tempesta di ritmi ed invocazioni con il mare che si gonfia e riecheggia in piena autocitazione la Marea. Anche se, significativamente, l’antifona Marea si ripete in Galea e si conclude in Maria, in onore agli dei delle allitterazioni.

Un marinaio affida alle invocazioni nel vento e nella tempesta il suo smisurato amore per la sua compagna di scorribande e di avventure, la sua barca, con cui ha imparato a seguire l’onda, ha imparato a vivere.

Oh vento
Fermati un momento
Dio sentirà meglio
Le preghiere mie

Ho già raccontato del Confessionale: lo spazio in cui Francesca durante i concerti di Madame raccoglie i dolori, i segreti, le paure, delle tante anime in pena che si nascondono tra di noi.

Ho già raccontato della sessione di ClubHouse – quando usavamo quel social – in cui Madame invitava ii suoi ascoltatori a leggere il saggio di Lingiardi sul narcisismo.

Tutto serve per fare una canzone significativa, per trasfigurare l’esperienza ed il dolore in un momento artistico.

Se non provo dolore, raccoglie queste esperienze. In questo viaggio serve a raccontarci quanti guasti può provocare l’amore quando non sa amare, quando non sa come essere amore.

Non ho avuto le cure che dovevo
Dimenticata
Per errore
Trascurata
Per dolore
Maltrattata
Egoismo
Diventata
Narciso

La consapevolezza è il rimedio, il rifugio, il traguardo.

L’amore è il premio e la ricompensa.

Chi non ti educa all'amore
Amore, non ti ama
So che un giorno capirai quanto potrai amarti
Mi guarderai con tenerezza, senza odiarmi più
Se non provo dolore

Segue una struggente e intensa lirica. Una poesia di rara portata, che non a caso Madame decide di cantare senza autotune. Per il tuo bene.

Un bolero di altri tempi trasposto in questo secolo con la forza della sua giovane ma già matura personalità.

Che chiude con una sentenza definitiva il discorso che ha provato fare sull’amore. La descrizione statutaria di cosa parliamo quando parliamo d’amore:

Per quanto l'amore possa o non possa esistere
È la più bella delle bugie
Il più studiato degli inganni
Il più persuasivo dei discorsi

Qui trovate il link per ascoltarla.

L’album si conclude con la negazione di ogni virtualità, metaverso, o altre diavolerie. Avatar – L’amore non esiste.

D’accordo, dice Madame, vi credo, non esiste l’amor come cantava Celentano, eppur lo sento.

Novella Galileo propone una rivoluzione copernicana alle donne e agli uomini: fatevi ingannare, fatevi persuadere, anche se non esiste l’amore si può sentire.

Tu non esisti ma io ti sento
Il corpo è solo l'involucro con cui ti vesti
L'età è soltanto la cifra sul listino prezzi
Il genere è solo lo scaffale su cui ti vendi
Sei un "sono" che ha suonato col mio

Multiforme, strisciante come un serpente, l’amore si fa sentire, oltre i corpi, oltre le età, oltre i generi.

Per chi non si è fatto sedurre dalla forma vinile che abbiamo tanto sostenuto, il disco non si conclude così. Una bonus track digitale, fuori sacco e fuori concept, si aggiunge.

La maturità espressiva di Madame non ci deve fare dimenticare che Francesca è ancora una ragazzina a cui piace maledettamente giocare con le parole.

Tekno Pokè. Una ballata tecno fatta di motti e lazzi e giochi di parole divertenti, sorprendenti, con libere associazioni e nonsense, che si conclude con l’alternanza di tek-no e tek-si.

Perché l’amore è anche un gioco di parole, alla fine della fiera.

Se vi è piaciuto seguitemi o ditelo ad altri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *