Da quando ero studente la parte centrale dell’estate la riconoscevo dalla Settimana Enigmistica. L’ozio ricercato e perseguito si estrinsecava in quel fascicoletto con il titolo, verde, blu o rosso, a seconda della settimana, sempre in mano. La matita con la gomma sopra e mettevo a dura prova conoscenze e logica tentando di risolvere gli enigmi dagli innumerevoli tentativi di imitazione.
Alcune volte l’esperienza diventava collettiva, con grandi risate e goffi tentativi di seduzione che potessero eludere il tema fisico da spiaggia.
Il momento topico era la sfida per antonomasia: il Bartezzaghi. Concentratissimo, da solo, o in gruppo, serissimi, senza cedere a sberleffi, dovevamo completare le caselle.
Anche se vivo in questo sud est siciliano, siracusano, che condivido con Colapesce, non vi sarà difficile credere che non ho mai parlato a Lorenzo della identificazione dell’estate con le parole crociate che ha accompagnato la mia crescita.
Quindi non posso rivendicare alcun diritto d’autore o di consiglio e suggerimento, sulla campagna promozionale dell’ultimo hit di Colapesce e Dimartino: Innamorarsi perdutamente non è mai un affare, fatta di schemi di parole crociate che incuriosivano i passanti.

Oggi 7 giugno, il duo più scanzonato e leggerissimo a tradimento della musica italiana ha rilasciato il nuovo tormentone estivo. Non è la prima volta. Ormai ogni anno Colapesce e Dimartino rettificano la storia e il catalogo dei tormentoni estivi.
Per il 2024 hanno scelto un andamento lento e dondolante da siesta messicana, sonorità morbide e avvolgenti, piene di rimandi ad altre estati, ad altre avventure.
Un tappeto di suoni che non si ascoltava più da tempo. La chitarra che passeggia, la batteria regolare, sottomelodie semplici e traditrici, che catturano in maniera subliminale.
L’estate del 2024 dei due siciliani è fatta di belle minchiate e canzoni già usate come quelle che riecheggiano in questa canzone con le finte sincopi allitteranti e le vocali riecheggiate alla fine delle strofe, come uno spudorato ye ye.
Il vento spinge la porta del bar
Ma che ca', ma che caldo fa
Siamo rimasti sconfitti dall'umidità
Ah, ia-ia-ia
Nella veranda all’aperto del bar il juke box non si ferma mai. Colapesce e Dimartino sono seduti scomposti e rilassati nelle sedie all’aperto del bar come i Vitelloni di Fellini. Si stanno raccontando dell’ultima conquista, dell’ultima freccia messa a segno, sempre senza impegnarsi troppo, con la lagnusìa che cifra questa nostra latitudine umida, con il caldo che non finisce al calar del sole, ma dobbiamo aspettare anche la calata della luna.
E chi lo sa cosa sei per me
Non me lo so spiegare
Innamorarsi perdutamente non è mai un affare
Resta a dormire da me
È troppa corta l'estate
Fatta di belle minchiate e canzoni già usate
Una Amarsi un po’ di battistiana memoria con i panni risciacquati alla Spiaggetta di Fontane Bianche, dove è troppo corta l’estate come lungo e azzurro era il pomeriggio di Conte e Celentano.

Turisti in cerca di divinità
Ma che pa', ma che pace fa
Colapesce e Dimartino ci hanno insegnato che la leggerezza nasconde sempre qualcosa.
Da quella veranda del bar si vedono anche le spiagge di guerra, dove sbarcano sempre turisti che cercano una divinità cui sacrificare la pace.
Ma come al solito, nel dondolio dello struscio paesano di questa passìata prima di cena, la verità arriva in modo subliminale, quasi non te ne accorgi. Continua pure a chiederti se sia amore o solo rilassamento stagionale delle formalità.
Non siamo due nemici
Quando siamo senza vestiti
Dovresti ricordarti sempre che senza vestiti siamo tutti fratelli, non nemici. Come non c’è certezza dell’amicizia professata, protestata da vestiti.
Tu mi dicevi: "Amici"
Quando eravamo vestiti

Mordi felino un ghiacciolo, ma poi dove vai?
Ah, ia-ia-ia
C’è pure il ghiacciolo, dai.
Ma chi sugge o morde felino più un ghiacciolo?
È un sogno, è solo un sogno.
Un sogno di mezza estate.
Un sogno che sembra un ricordo.
Un sogno che sembra un desiderio.
Un sogno di amore che si insegue senza troppe domande, senza troppo impegno:
Innamorarsi perdutamente non è mai un affare
Ecco ci siamo cascati di nuovo. Almeno io.
Non saprei dirvi quante volte ho già ascoltato questa canzone.
Quante volte ho chiuso gli occhi e ho rivisto tante estati mie, tanti amori miei estivi, amori altrui, tante facce che non mi sorridono più né in estate né nelle altre stagioni.
E la trappola del tormentone estivo nella versione di Colapesce e Dimartino.
Appena mi sposterò per l’estate a Fontane Bianche, la prima canzone che risuonerà nella mia veranda verso il mare di Fontane Bianche al tramonto sarà questa.
Buona estate a tutti.
P.S. Il video poi racconta tutta un’altra storia adolescente anch’essa non proprio leggerissima, che lascio alla vostra estate