Memorabile… Frasi d’amore scritte a macchina…
la nostra storia in quattro pagine…
che, raccontata ci puo’ perdere…
Ah, formidabile… Il tuo avvocato e’ proprio un asino
no, certe cose non si scrivono…
che poi i giudici ne soffrono…
eh, eh,
eh… Rido perche’,
a parte lo stile del tuo legale,
sono parole tue
d’ amore scritte a macchina,
baby, baby, van tanto bene per me…
Nel 1990 un bell’album in vinile di Paolo Conte, con una copertina dal fondo rosa antico, molto caratterizzato, e disegnata niente meno che da Hugo Pratt, mi arrivò in regalo da chi è ancora al mio fianco. Il disco che contiene il punto di riferimento indimenticabile: Il Maestro è nell’anima e per sempre dentro alla anima resterà.
Si chiamava Parole d’amore scritte a macchina e conteneva la canzone omonima, di cui ho riportato il testo e che ritroverete in calce nella sua versione in video.
La trasformazione in gesto romantico di un crudo atto giudiziario era geniale. Poteva venire solo dall’ingegno di quello di Asti che ha accompagnato diversi momenti della nostra vita, che di mestiere fa il poeta e cantautore e fabbricatore di sogni “cinematografici” in cinque minuti di musica, e per hobby l’avvocato, protagonista di aule giudiziarie, appunto.
D’altronde di avvocati, curatori buoni diavoli e tinelli maron, e amori che finiscono anche solo perché non parliamo tedesco, è pieno l’immaginario che Paolo Conte ha creato per noi.
Diego De Silva è uno scrittore multiforme, governa sapientemente diversi registri, dosa ironia e sentimento, avvicina la profondità con leggerezza e approfondisce la leggerezza con colore e consapevolezza.
Nel raccontare delle vicende dell’avvocato di insuccesso, Vincenzo Malinconico, spesso fa riferimento alla musica. Alla musica leggera italiana, alla musica rock, pop, al jazz, si muove con destrezza nel grande mare della musica pescandone perle che si aggiungono alle perle di cui riempie i suoi romanzi, anche quelli (apparentemente) più leggeri.
Ricordiamo tutti le divertenti scene in cui Carlo Massarini interviene come consigliere immaginario di Malinconico, manco fosse Bogart nelle allucinazioni di Woody/Sam.
Sorprende per questo l’assenza di riferimenti al capolavoro di Paolo Conte sopra citato, in questo romanzo con cui De Silva è tornato sugli scaffali delle librerie, I Titoli Di Coda di Una Vita Insieme, per Einaudi.
Come fa quando sente l’urgenza di dire qualcosa di importante, che gli impone la biografia, o qualche sua riflessione indiretta e profonda, De Silva lascia da parte Malinconico e scrive lasciando aperta qualche altra manopola segreta del suo cuore. Così è accaduto con Terapia di Coppia per Amanti, e, soprattutto, con I Valori Che Contano (Avrei Preferito Non Scoprirli).
In questi Titoli di Coda, De Silva affida ad Alice e Fosco, una dottoressa (ematologa, non sottovalutiamolo) e uno scrittore di successo il compito di raccontarci, un capitolo per uno, come in un film di Bergman, come finisce un amore.
Ne viene fuori un gioco raffinatissimo di scambi e rimandi, di gesti, di detti e non detti, di pensieri trattenuti, di rimproveri espliciti, di parole d’amore in forma diversa, ma sempre d’amore.
L’analisi anatomopatologica è impietosa.
Non si capisce perché finisce un amore, non si capisce perché finisca un amore così lungo da essere una vita. Non lo capiscono nemmeno i due protagonisti che combattono una battaglia impari (come è sempre la battaglia dell’amore).
Il dolore, si. Il dolore si capisce, si sente, si vive, si assorbe dalle pagine. Il dolore di entrambi, il dolore di ciascuno dei due. Infatti, come scrive De Silva, ogni storia d’amore è in realtà due storie d’amore, perché ognuno scrive la sua e non sempre sa, o vuole, leggere la storia dell’altro.
Insoddisfatti del linguaggio giuridico, o giuridichese, che racchiude i momenti finali di queste due storie che hanno camminato affianco e intrecciate per venticinque anni, decidono di scriverli loro i Titoli di Coda di Una Vita Insieme, con una svolta narrativa che arricchisce di ricordi e di profili narrativi profondi questa difficile fase di chiusura.
Alla fine sarà Fosco, lo scrittore, e chi se no, a scriverli da solo questi Titoli di Coda proprio con quattro pagine di parole d’amore scritte a macchina.
De Silva ha scritto un altro libro che ci accompagnerà, che ci resterà dentro, che ci sentiremo spesso citare, a cui chiederemo spesso qualche chiarimento ancora, qualche spunto ancora, qualche altra parola d’amore, se pure scritta a macchina.