Ogni tanto la mia azienda predispone particolari momenti formativi e di crescita professionale e personale, basandosi sui presupposti teorici e pratici dell’Intelligenza Emotiva di Daniel Goleman.
In uno di questi casi fummo sorpresi dalla richiesta improvvisa, inattesa e ineludibile di toglierci calze e scarpe e restare a piedi nudi mentre continuavamo la nostra attività formativa. Il primo impatto fu di imbarazzo, ma poi imparammo a gestire anche quel primo imbarazzo.
Questa esperienza mi è servita certamente per gestire l’imbarazzo iniziale che è seguito alla richiesta della regista Filippa Ilardo, di recitare i monologhi del Simposio della Bellezza di Riccardo Franzone, davanti a più di 130 persone, proprio con i piedi nudi senza calze o scarpe.
Ma andiamo con ordine.
Partiamo da un coming out: Riccardo Franzone è mio cugino. Ma cugino, cugino, di sangue vero e di grado vicinissimo.
Altre volte vi ho detto che sia dal ramo materno, che dal ramo paterno del mio albero genealogico pendono frutti di grande valore, al cui cospetto tendo inevitabilmente a sparire sullo sfondo.
Per la radice paterna uno dei frutti di pregio è lui.
Tra le manifestazioni del suo multiforme ingegno brilla la poesia. Una poesia metaforica, filosofica, dai sensi stratificati, che risuona di parole che rimandano a sensi multipli, o a sensi molto più profondi di quelli che appaiono in superficie. Una poesia che conduce verso una teorizzazione filosofica che indica le vie per la Verità, per la Bellezza. Una poesia che ri-trova sensi e significati che l’umanità ha perso o rischia di perdere. Una visione unitaria, circolare, intuita di ciò che i sensi ottundono, ma la mente vede.
Ispirandosi alle assunzioni contenute nei versi del suo secondo libro di poesia, Dell’amore della Verità, Riccardo ha impostato un progetto di Simposio della Bellezza. Novello Platone, ha immaginato di invitare a condividere un calice di vino sette personaggi che hanno saputo individuare le vie della bellezza e della verità. Ma, distinguendosi dall’originale, ha elaborato le domande che potevano sollecitare questi immensi personaggi, e non ha voluto condizionare le risposte, viziandole con un potenziale cortocircuito.
Per le risposte ha pensato di ricorrere ad altri autori, che studiando le sue opere, ispirandosi ai tramiti filosofici che ne accompagnano i versi, avrebbero potuto elaborare una credibile e accurata risposta di ciascuno dei simposiarchi.
La scelta è caduta sull’accademico Prof. Piero Colletta dell’Università Kore di Enna, che del libro ha scritto la prefazione, che tutta l’opera di Riccardo Franzone conosce e sviscera con facilità, a cui ha affidato alcuni dei monologhi del Simposio. Gli altri monologhi restanti, Riccardo Franzone, li ha affidati al vostro Gingolph, cugino, contando sulla capacità del sangue di veicolare senso e memoria e, quindi, trovare una assonanza fatta di genetica.
Il risultato finale è andato in scena ieri sera, domenica 20 ottobre, nella prestigiosa cornice del Palazzo Zuccaro ad Agira, nell’ambito delle iniziative culturali legate alla assegnazione al comune di Agira dell’appartenenza ai Borghi più belli d’Italia.
Così Sofocle, Saffo, Dante, Raffaello, Archimede, Galileo Galilei, David Bohm e Franco Battiato, impersonati da altrettanti occasionali attori, sono saliti lentamente sul palco e sono rimasti inerti, di spalle e a piedi nudi, come spiriti che venivano dal Tempo. Solo quando Riccardo Franzone (anch’egli impersonato da un occasionale attore) li chiamava per nome per proporre loro il tema cui rispondere venivano ridestati e potevano sorseggiare il calice loro offerto e rispondere alla sollecitazione del poeta.
E’ stata l’occasione per ascoltare spunti di riflessione importanti e profondi.
Per provare a oltrepassare la superficie del mondo e la sua tensione molecolare fatta di distrazione e di comodità.
Il pubblico presente, le autorità civili e militari presenti, hanno seguito con intensa attenzione l’alternarsi dei versi di Franzone, le sue provocazioni e le risposte dei simposiarchi.
Un evento culturale innovativo, curioso, intrigante, che ha lasciato segni di curiosità, di voglia e volontà di approfondimento in tutti i presenti.
Sono salito a piedi nudi su quel palco per impersonare il proto scienziato aretuseo, Archimede, con il testo che avevo preparato su richiesta di mio cugino Riccardo.
Qui trovate il video di questa sezione.
Se vi pungesse vaghezza di vedere invece tutto il Simposio qui trovate il video integrale.
Alla fine vi posso dire che è valsa la pena davvero di inerpicarmi con l’auto sul cocuzzolo della montagna, salire a piedi nudi sul palco, divertirmi incredibilmente a impersonare Archimede, e poi gustare quella delizia, quella bontà, quella verità filosofica e poetica incontrovertibile che è la Cassatella di Agira.