Non è Ballando, Ballando – Il Tango Delle Capinere di Emma Dante – Teatro Massimo Città di Siracusa – 25 e 26 Febbraio 2025

Emma Dante strega e avvolge in una fantasia di sogni e ricordi il pubblico del Teatro Massimo Città Di Siracusa. Ancora una volta.

Avviso ai miei tre lettori e mezzo appassionati, facciamo così: se siete tipi ossessionati dalle anticipazioni di trama (i famigerati spoiler – anche se il teatro non è certo una serie tv) e avete deciso stasera di andare a teatro a vedere questa piccola danza umana dentro e fuori la vita, fermatevi qui, e tornate, se volete e vi ricordate ancora di queste piccole note, domani a leggere. Altrimenti andate avanti e grazie per l’attenzione.

Il Tango Delle Capinere, dicevamo.

Circa quarant’anni fa, nel 1983, Ettore Scola con una produzione Italo-franco-algerina realizzò un delizioso film, candidato pure all’Oscar, Ballando Ballando (Le Bal). Un film senza nemmeno un dialogo, in cui si osserva l’evoluzione della storia del novecento attraverso una sala da ballo della periferia di Parigi. Dall’arredamento della sala, dalle sue attrezzature, dalle musiche, dagli arrangiamenti, dagli atteggiamenti, dagli abiti, dal modo di ballare degli abituali frequentatori, ci rendiamo conto di ciò che succede fuori dalla sala. Una danza attraverso la storia, una perfetta allegoria della resistenza umana nel tempo.

Dalle prime scene dello spettacolo di ieri sera, Il Tango delle Capinere di Emma Dante, ho pensato di accomunare questo spettacolo e quel film. Anche se qui appariva corretto alla Benjamin Button, dato che il viaggio nel tempo andava a ritroso.

Una coppia anziana, molto anziana, armeggia dentro due cassapanche ricche di cimeli della loro storia, e festeggia l’ennesimo (l’ultimo?) capodanno insieme. Assenza di dialoghi, musica e ballo. Tutto mi riportava al film.

Ma presto l’atmosfera creata da Emma Dante mi ha portato sempre più lontano da Scola.

Quello che appariva un viaggio nel tempo si è, infatti, rivelato tutt’altro. La sequenza di capodanni che abbiamo visto non aveva un percorso lineare e tutto ruotava intorno a un capodanno speciale, quello in cui, con il numero 74, questa coppia di giovani innamorati del ballo e della vita, vinse una stremante gara di ballo con una appassionata Milonga, guidata dal bandoneon del Maestro Astor Piazzolla.

A dare struggente malinconia ai vari quadri che si componevano sul palco, il filo conduttore di un piccolo carillon, pegno d’amore dei due ragazzi, oggi invecchiati.

Molte le sequenze ironiche, o decisamente comiche, anche nelle lunghe sessioni senza dialoghi. I tic, i movimenti, le consuetudini di corpi e anime che testimoniavano una quasi totale fusione approfondita nei tanti anni di vita insieme.

Sotto il profilo strettamente teatrale, della performance dei due attori che da soli, riempivano il palco e attraversavano epoche e momenti della vita dei due innominati, possiamo dire che si è trattato di una performance superba. Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri hanno offerto una manifestazione davvero atletica di balli, salti, cambi d’abito e di maschera, di recitazione con ogni parte del corpo, con ogni movimento, con ognuna delle pochissime parole dei dialoghi strettamente necessari.

Una straordinaria capacità di restituire da un salto, da una giravolta, da un colpo di tosse, una fase della vita, un momento storico, una specialissima emozione fissata nella memoria di questa coppia: la maternità, l’innamoramento, il matrimonio, la salute e la malattia, la cura e la morte…

Ho personalmente molto invidiato a Sabino Civilleri la capacità di cambiare pantaloni, ballando e girando velocemente su se stesso al tempo della musica, senza incespicare e senza accennare a minime perdite di equilibrio.

Sul palco, ripeto, non si è rappresentato un viaggio nel tempo come nel film che dicevo, ma un viaggio nei ricordi. La direzione a ritroso dipende dal motore del viaggio che è la memoria.

E non solo ricordi, ma anche sogni.

Lo sviluppo dei vari quadri ci rivela, infatti, verso la fine che forse siamo stati ulteriormente ingannati dagli attori e dalla regista.

Non sono solo ricordi di vita vissuta, ma sogni di vita che si poteva vivere.

La coppia non ha retto fino al capodanno della scena iniziale tra tosse catarrosa e ballo anchilosato e artritico. Proprio al termine della famosa gara di ballo, finalmente rivissuta, ricordata, rielaborata, Lui ha perso vigore, ha ceduto alla malattia e tra le cure di Lei ha finito la sua danza dentro una delle cassapanche di scena, che tombalmente si è richiusa sul suo lamento.

A Lei è rimasto il compito di vivere nei ricordi, nella consuetudine dei tic e dei gesti che non trovavano più la sponda della vita precedente, fino al ricovero tombale nell’altra cassapanca di scena.

Allora abbiamo capito che non tutti i quadri rappresentati avevano la divisa dei ricordi, tanti avevano la tremolante tunica del sogno.

Foto di Carmine Maringola

Una straordinaria metafora della vita in due, dell’amore concreto, fatto anche di tosse, sudore, e pillole per l’asma, di fazzoletti sporchi da controllare in due, e di ballo, di tanto ballo. Corpi e anime che si armonizzano nei passi di danza a cui la vita costringe e che si superano insieme, solo se ci si sa girare dallo stesso lato nello stesso momento, o se si sanno intrecciare le gambe senza inciampare su se stessi o sull’altro. Sentendo, prevenendo a volte, il movimento dell’altro per accoglierlo nel proprio, culminando ogni volta nel ritrovarsi in posizione, pronti al prossimo step.

Una dolorosa e struggente metafora della vita in due, quando in due non si è più, per qualsiasi ragione, ma in due ci si sente sempre. Quando si compie il proprio passo e ci si stupisce sempre, ancora, sempre, di non ritrovare la mano o il piede dell’altro dove li aspettavamo, dove avrebbero dovuto essere, dove li abbiamo sempre trovati.

Si conferma la sensibilità di Emma Dante per la rappresentazione di anime vitali e dolenti sulla scena, per la capacità di arrivare fin dentro al cuore della platea che passa dalla risata alla commozione, indifesa e stregata da questo teatro.

Non perdetevi l’opportunità di assistere stasera alle otto alle danze dentro e fuori la vita di Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri al Teatro Massimo Città di Siracusa

Buon divertimento

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