Nella casa al mare abbiamo uno scintillante e coloratissimo pupo siciliano, Orlando e la sua durlindana. Un ricordo della passione di mio padre per la cultura popolare siciliana.
L’opera dei pupi è la tradizione più caratteristica della cultura popolare siciliana, e trae origine dalle vicende del ciclo carolingio.
Siccome l’arte genera arte, quarantacinque anni fa, dalla mente di Tony Cucchiara e di Renzino Barbera nasce l’idea di realizzare un musical che racconti il prequel delle vicende carolinge dell’opera dei pupi, che canti le vicende di Berta la Piedona e Pipino il Breve fino alla nascita del re dei re, Carlo Magno, appunto.
Un successo planetario senza fine.
Con le musiche di Cucchiara nelle orecchie mi sono tuffato nella lettura del corposo libro di Franco Forte dedicato al Re e Imperatore Carlo Magno, Karolus.Il romanzo di Carlo Magno, per la Mondadori.

Per gli appassionati di gialli, di spy story, di fantascienza il nome di Franco Forte è un nome che risuona.
Direttore di Giallo Mondadori, di Segretissimo Mondadori, di Urania, ha scritto oltre venti romanzi, con questo romanzo realizza un ponte unico tra storia e romanzo.
Scorrendo nella lettura ho trovato il riferimento cui accennavo in apertura:
“Avrebbe reso omaggio a Turpino con un funerale solenne, e avrebbe fatto declamare le gesta di Rolando dai più bravi cantastorie. Nessuno avrebbe più dimenticato quell’impresa, in attesa che lui potesse reclamare davanti a Dio il suo diritto a lavare con il sangue il dolore per quelle perdite.”
Siamo nell’agosto 778. Sui Pirenei il valoroso Rolando e il vescovo Turpino soccombono in battaglia.
Su questa vicenda si fonda la forma d’arte popolare più caratteristica e più conosciuta della nostra isola, l’opera dei pupi. Rolando = Orlando e la sua durlindana diventano protagonisti delle avventure dei pupi siciliani, omaggio alle fortune carolinge.

Una prima caratteristica distintiva di questo romanzo la ritroviamo nella sua struttura narrativa.
La struttura del romanzo è cinematografica, o meglio da serie Tv, per il grado e lo spazio di approfondimento che si prende l’autore. Della intera vicenda umana di Carlo Magno, vengono selezionate alcune scene, alcuni quadri, opportunamente datati e contestualizzati, attraverso i quali seguire lo sviluppo di tutta la vita di Carlo Magno. Ogni quadro è raccontato attraverso il sentire di Carlo, la sua umana percezione sensoriale, sensuale proprio, introspettiva, abbiamo la sensazione di vivere in soggettiva la sua vita.
Se fosse davvero un film si potrebbe pure fare a meno di scegliere l’attore protagonista e raccontare questi tantissimi quadri visti da Carlo Magno, con una inquadratura in soggettiva che osservi persone e luoghi, sentimenti e azioni che si svolgono intorno a lui.
La conseguenza di questa scelta narrativa è che la storia, documentata e fondata su studio e verifica inappuntabili, smette di essere racconto chiuso, cristallizzato, distante nel tempo, e diventa vita vissuta, diventa carne e sangue.
Si dibatte da tempo sulla funzione storiografica di alcune pubblicazioni, quale funzione di integrazione e completamento del mero racconto storico. Personalmente ai tempi del mio lontano liceo divoravo il libro di storiografia che in classe veniva trascurato senza pietà.
Franco Forte con questo libro fonde in una unica lettura la forza della storia e la passione della storiografia.

Così saltiamo di quadro in quadro, combattendo, amando, tramando, architettando, costruendo dal regno di Francia al Sacro Romano Impero.
Cavalchiamo a fianco di vescovi e prelati, combattenti in prima persona, con le armi in pugno. Andiamo a colloquio con papi e regnanti. Entriamo e usciamo dai letti di mogli e concubine. Ci appoggiamo al consiglio saggio dell’amatissima sorella. Subiamo il peso dell’invadenza incontenibile di nostra madre. Ci fidiamo sicuri della fedelissima leale protezione di Irmin, colosso germanico.
Si sviluppa sotto i nostri occhi la guerra di potere combattuta dalla Chiesa a tutti i livelli. Accecati da un antesignano Dio è con noi, ci lasciamo andare a nefandezze e violenze.
Lungo le pagine e i quadri, una disinvolta teoria di donne scorre e occupa la scena con ruoli di primo, primissimo, o secondo piano.
Bertrada, Berta la madre, che guida con mano ferma la sua partita dentro la più grande partita della Storia, con una determinazione e una freddezza che la portano al gesto impossibile e imperdonabile.
Le mogli, Imiltrude, Liutgarda, Fastrada, la più regina di tutte. Regina di nome e non proprio di fatto.
Nascono, crescono i figli, muoiono i figli. Uno spietato ius sanguinis spinge a altre nefandezze, in un cerchio della vita che si chiuderà in modo sorprendente.
Intorno a Carlo (intorno a noi) germina una embrionale urbanizzazione a Aquisgrana indicando la via verso il feudalesimo che seguirà. Anche l’omosessualità improvvisamente fa la sua apparizione, meritando una moderna e meritoria tolleranza nel sentire dell’Imperatore.
Carlo Magno soprattutto combatte, elabora strategie, respinge invasioni e incursioni, conquista nuove terre. Matura, si fa uomo, più saggio (non del tutto però) affida la realizzazione della Schola Palatina a Alcuino da York, completando la sua figura monumentale.

C’è spazio anche per la Peste in questa lunga cavalcata in lungo e in largo per l’Europa, con evidenti riflessi sulla nostra recente esperienza.
Franco Forte racconta, spiega, illustra, ma non giudica, non giustifica, non condanna. Lascia al lettore la responsabilità di questo giudizio.
D’altronde non sarebbe questo il fine proprio di un’opera storica.
L’offerta di dettagli e elementi è ricca e completa e il lettore non avrà difficoltà a formarsi il suo giudizio storico.
Chissà se Franco Forte, come Tony Cucchiara, dopo aver analizzato co tanta dovizia di attenzione e cura la vicenda storica di Carlo Magno deciderà di dedicare uguale attenzione alla vicenda precedente, al prequel, alla vicenda storica di Pipino il Breve e Berta la Piedona, così presenti nella mente, nella vita e nell’anima del suo Carlo Magno.
Sarebbe un altro successo meritato.

In una giornata storica per un altro imperatore francese – che si incoronò da solo però – nel Centro Polifunzionale della Biblioteca Civica di Lentini, insieme al Dirigente Pippo Cardello, abbiamo incontrato l’autore Franco Forte.


Una personalità prorompente, eloquio affabulatorio, analista lucido e narratore appassionato e appassionante, Franco Forte ci ha aperto il suo scrittoio e ci ha svelato alcuni dei più preziosi strumenti della sua scrittura. La particolare tecnica narrativa mutuata dalla serialità televisiva che consente al poderoso romanzo storico della vita avventurosa e straordinaria di un uomo straordinario, unico e eccezionale, di catturare il lettore dalla prima pagina all’ultima.

Dieci anni di lavoro e studio e tre mesi di concentrazione per scrivere l’opera monumentale dedicata a Carlo Magno che ieri sera abbiamo condiviso.

Un nutrito pubblico, interessato e attento ha ascoltato il Maestro Forte descrivere l’Europa dei secoli ottavo e nono, il ruolo della Chiesa combattente, che, in definitiva, deve ai patti con Pipino prima e con Carlo Magno dopo, la sopravvivenza nel periodo più buio della sua storia.

Ha ascoltato l’autore parlare della particolare modernità del rapporto di Carlo Magno con le sue donne, madre, mogli, sorelle, concubine, figlie, con cui ha sviluppato rapporti molto singolari, non usuali per il tempo, di vero e proprio confronto e consiglio quasi alla pari.

Il pubblico ha apprezzato particolarmente i racconti dei dettagli curiosi, rinvenuti dallo storico per la elaborazione del romanzo. Scoprire che alcuni dettagli sono delle invenzioni narrative strumentali al racconto, come ad esempio il personaggio di Irmin, il colosso germanico leale difensore dell’imperatore, mutuato dalle guardie di Cesare.
Laddove alcuni dettagli apparentemente eccentrici hanno invece fonte documentata incontrovertibile.

Un passaggio gustoso è stato dedicato alle relazioni tra la vicenda di Carlo Magno e l’arte popolare dell’opera dei pupi. Franco Forte non ha esitato a ridimensionare la portata storica delle vicende di Rolando, Orlando, nell’economia della vicenda che ha portato al Sacro Romano Impero, confermando però la sua mitica e leggendaria forza narrativa che ha attraversato i secoli.
Falso storico a partire dalla armature luccicanti e dal clangore che accompagna le battaglie pupare, dato che in epoca carolingia le divise militari erano prevalentemente cotte di cuoio.

L’accattivante conversazione del Maestro Forte è stata sottolineata dalla pregevole lettura da parte di Chiara Liistro, giovane neolaureata con la passione per la lettura e il teatro, che ha dato voce sia al giovanissimo Carlo, che all’anziano imperatore nella storica notte di Natale dell’anno 800, nella Basilica di San Pietro.

Per affrontare più compiutamente il particolare valore di questa opera, abbiamo chiesto aiuto alla competenza e alla generosità di Alfredo Sgroi, che in alcuni interventi puntuali e rigorosi ha aggiunto spessore alla nostra analisi.

Ricordando che la letteratura è intessuta di menzogna, che risulta alfine più vera del vero, il prof. Sgroi ha sottolineato la capacità di Franco Forte di aggiungere passione e emozione alla storia. Se la Storia è crocianamente azione e pensiero, al saggio storico che descrive l’azione, il romanzo storico di Franco Forte aggiunge il pensiero. Operazione rischiosa, ma essenziale, necessaria per una comprensione globale della storia.

Per questa sua unica e imprescindibile caratteristica il romanzo di Franco Forte diventa uno di quei rari romanzi che alla fine lascia il lettore diverso da come era quando ne ha iniziato la lettura. Solo pochi libri possono vantare questa potenzialità.
Di Forte, il prof. Sgroi ricorda ancora la scelta linguistica curata e attenta. La lingua di Franco Forte è tutt’altro che scialba, tutt’altro che buttata via. Si staglia con la sua cura dettagliata nel panorama desolante odierno.

Infine, per Alfredo Sgroi, Karolus ha il pregevole merito di raccontare e descrivere quella che è stata definita la rinascita carolingia. La capacità dell’uomo Karolus Magnus di riportare l’umanità ai fasti militari, culturali, amministrativi, artistici, che dopo il crollo dell’impero romano aveva perduto.

Circondato dall’affetto e dall’entusiasmo dei lettori che hanno acquistato il libro, Franco Forte ha salutato il pubblico dedicandosi generosamente all’ambìto firma copie.


Grazie a Lentini e ai suoi sempre intriganti appuntamenti culturali.
