Accùra, una raccomandazione paterna o una velata minaccia? – Circolo Unione sede estiva 10 settembre 2023

Durante il tramonto e fino a sera inoltrata numerosi amici della cultura e dei libri hanno goduto della vista nuvolosa, ma ugualmente irresistibile, di Ortigia dalla Terrazza del Circolo Unione, ieri sera domenica 10 settembre.

Ringraziamo il Circolo Unione per il consueto calore e l’accoglienza che riserva alle nostre iniziative.

L’occasione di ieri era la presentazione della raccolta di racconti gialli “al profumo di Sicilia”, selezionati da Roberto Mistretta e pubblicata da Mursia nella collana Giungla Gialla, che si intitola proprio Accùra.

Presenti a illustrare la raccolta, tre tra i più raffinati e ricercati scrittori di noir siciliani, Vincenzo Vizzini, Michele Rondelli e Daniele Scrofani Cancellieri.

È stata l’occasione per conversare ad ampio raggio di letteratura, di letteratura noir, di letteratura noir siciliana.

Per indagare sul successo costante e crescente del giallo sulla pagina e sul piccolo schermo.

Per approfondire la qualità della letteratura di genere in salsa regionale che imperversa sugli scaffali delle librerie.

Per verificare i rapporti tra questa letteratura e l’impegno civile antimafia che appare meno rilevante e centrale in questi anni.

Introdotti dalle magistrali letture di Simone Giallongo abbiamo poi analizzato i tre racconti dei nostri autori presenti.

Con Michele Rondelli abbiamo approfondito la collocazione settecentesca delle sue avventure, la rilevanza dei protagonisti fatti rivivere sulla carta, a cominciare dal De Cosmi, già citato nel Consiglio d’Egitto di Sciascia. Abbiamo parlato delle due anime della Chiesa siciliana nel Settecento, quella illuminista e progressista e quella avida di soldi e potere, che si combattono senza esclusione di colpi (almeno così andava nel settecento, con ironia manzoniana, ci ha detto Rondelli).

Con Daniele Scrofani Cancellieri abbiamo parlato del fatto di cronaca del 1946 da cui prende spunto il suo racconto ambientato in una Vittoria di piazza e di popolo, molto ipparina.

Abbiamo parlato del jazz e della musica che ama il suo protagonista (e anche l’autore).

Abbiamo vagheggiato di questa edicola libreria immaginaria, vero e proprio luogo dell’anima, che Scrofani Cancellieri mette al centro del microcosmo vittoriese in cui si svolge il delitto e prendono vita le indagini ufficiali e quelle non ufficiali.

Abbiamo anche colto l’occasione per parlare di letteratura, di letteratura siciliana. Di Sciascia ovviamente, di Brancati, di Bufalino (comisano e irminioto), del grande padre Pirandello.

Abbiamo ricordato Elio Vittorini, reduci come eravamo dalla kermesse del Premio e dai suoi successi di critica e pubblico.

Abbiamo ricordato anche Vincenzo Consolo, obliato troppo presto dai meccanismi insensibili del mercato editoriale.

Con Vincenzo Vizzini, abbiamo approfondito la conoscenza della Ragusa fascista, in cui è ambientato il suo racconto, e il suo ultimo romanzo di successo “L’Uranio di Mussolini”.

Vincenzo Vizzini ci ha spiegato che ha scelto la Ragusa degli anni trenta per avere la possibilità di raccontare modi e forme della convivenza civile, dalla matrice rurale, contadina, che ancora oggi costituisce l’ossatura profonda della ragusanità. Per raccontare di quel profumo di collina, di nepeta, di vacche, di grano, di piante aromatiche caratteristiche che accolgono il visitatore fin dalle periferie.

La Libreria Diana ha supportato l’incontro mettendo a disposizione degli interessati le copie della raccolta, con il consueto garbo e la consueta gentilezza.

Abbiamo idealmente chiuso il cerchio con le altre attività culturali estive che ci hanno visto protagonisti, quando alla domanda provocatoria di Gingolph: “avete mai usato l’intelligenza artificiale per scrivere un vostro racconto?”, a nome di tutti e tre, Michele Rondelli, lapidario, ha concluso: “ci accontentiamo della nostra deficienza naturale.”.

Proprio come abbiamo chiamato la serie di incontri estivi nel Dehors Neri: Intelligenza Artificiale & Deficienza Naturale.

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