Il buio oltre la siepe – Un film, Un libro – 24 novembre 2023 – Lentini

A Lentini siamo tornati a confrontarci e riflettere con la rassegna Un Film, Un libro.

Il saluto del Dirigente Cardello, con la dedica alle Donne oggetto di violenza, per cui è stato mantenuto il Posto Occupato, del sonetto shakespeariano In Piedi, Signori, davanti a una Donna, ha preparato lo scelto e nutrito pubblico della Biblioteca Civica di Lentini ai temi della serata.

Gingolph ha introdotto la serata, incrociando pagine e pellicola.

Il buio oltre la siepe è un romanzo di Harper Lee pubblicato nel 1960 e vincitore del premio Pulitzer per la narrativa nel 1961, tradotto in circa cinquanta lingue ha venduto più di quaranta milionidi copie. Un successo planetario.

Il romanzo è ambientato nella cittadina immaginaria di Maycomb, nell’Alabama, durante la Grande Depressione. Il protagonista è Atticus Finch, un avvocato che accetta di difendere Tom Robinson, un afroamericano accusato ingiustamente di aver violentato una donna bianca.

La storia è narrata in prima persona da Jean Louise, soprannominata Scout, una bambina di sei anni. Scout vive con suo padre Atticus, un avvocato vedovo, e suo fratello Jem.

I due fratellini orfani, insieme al coetaneo Dill Harris, sono inevitabilmente attratti e spaventati al tempo stesso da uno strano individuo, Arthur “Boo” Radley, che vive segregato in casa dal padre.

Da questa parte del romanzo viene il titolo italiano. Infatti, il buio oltre la siepe, rappresenta l’ignoto, l’oscuro che spaventa già solo perché non conosciuto come il curioso e strambo Boo.

Atticus Finch è un uomo colto e rispettabile, che si batte per la giustizia e l’uguaglianza.

Quando Atticus accetta di difendere un afroamericano accusato di aver violentato Mayella Ewell, una donna bianca, deve affrontare l’ostilità della comunità di Maycomb, che è razzista e violenta, incluso il padre della vittima, un ubriacone poco raccomandabile.

Il processo è un vero e proprio scandalo.

Per i tre bambini si intrecciano le vicende del processo e della loro esplorazione personale.

Tutta la vicenda raccontata in prima persona da Scout, rappresenta lo sviluppo della coscienza e della visione del mondo dei tre bambini, a confronto con la realtà che confonde le credenze infantili, e mostra paura dove c’era confidenza e mostra confidenza dove c’era paura.

Il romanzo scava dentro i due mostri del razzismo (della società americana del tempo simboleggiata dalla immaginaria cittadina dell’Alabama teatro degli eventi) e del pregiudizio (con cui fanno i conti gli stessi bambini protagonisti nella loro stessa vita).

La citazione al riguardo più nota è

“Quasi tutti son simpatici, Scout, quando finalmente si riescono a capire.”

Come dice a Scout il padre.

Ieri sera si è anche parlato del titolo originale del libro, a cui si fa spesso riferimento lungo le sue pagine. To kill a Mockingbird. Uccidere il tordo. Il tordo a cui fa riferimento questo titolo è una specie che non è molto diffusa in Europa, ma è tipica degli USA. Il tordo è detto beffeggiatore perché tende a mimetizzarsi simulando il canto e ill verso di altri uccelli differenti.

Nelle pagine del libro italiano è tradotto con usignolo. In ogni caso tordo o usignolo, il senso è che uccidere il volatile è crudele e immotivato.

Harper Lee, l’autrice del romanzo, fu veramente una ragazzina dell’Alabama, ultima figlia di un famoso avvocato. Davvero la sua mamma, che di cognome faceva Finch, morì molto presto, quando Harper però aveva già venticinque anni nel 1951 e viveva già da tempo a New York, dove lavorava per mantenersi come agente di viaggio.

Uno dei suoi amici più importanti fin dai tempi dell’infanzia in Alabama fu Truman Capote, che nel romanzo di cui abbiamo parlato ieri sera è il coetaneo Dill Harris.

In molti modi Harper Lee ha legato la sua vita personale e letteraria a quella di Truman Capote. Fu sua assistente per molti anni, prima e dopo la pubblicazione del suo romanzo. In particolare fu rilevante la sua collaborazione per le ricerche sul campo che furono utili a Capote per realizzare il romanzo verità più noto: A Sangue freddo, pubblicato nel 1966, sei anni dopo quello di Harper Lee.

Truman Capote fu sicuramente uno dei massimi estimatori della Lee, e fu proprio lui che insistette per farle raccontare la storia dell’Alabama oggetto di questo romanzo. Una coppia di amici comuni newyorkesi, i Brown, dietro suggerimento di Capote, alla fine del 1958 le regalarono una forte somma di denaro, con cui potersi mantenere per un anno e dedicarsi alla scrittura di questo libro, e le trovarono, inoltre un agente che curò i rapporti con la casa editrice.

Harper Lee non pubblicò più nulla dopo il grande successo del Buio oltre la siepe.

Il romanzo pubblicato nel 2015, Va’, metti una sentinella, era stato in realtà scritto dalla Lee prima de Il Buio oltre la siepe, ma poi dopo il successo fu dimenticato. Risulta parecchio controversa questa pubblicazione. Sembra che la Lee non avesse espressamente autorizzato la pubblicazione, anche perché in precario stato di salute mentale, e, quindi, incapace di esprimere questa valutazione. Morì l’anno successivo.

Pur essendo stato scritto prima, questo romanzo racconta le vicende di Scout ormai grande vent’anni dopo l’avventura raccontata nel romanzo di cui abbiamo parlato ieri sera, quando vive a New York, ma torna in Alabama per trovare il padre. E’ molto curioso riscontrare che la figura di Atticus Finch in questa prima stesura non ha alcun carisma e alcuna dirittura morale cosi ferrea come raccontata poi. E’ razzista, segregazionista, ipocrita e opportunista. Un uomo mediocre.

Tutta la cittadina di Maycomb risulta più greve e Scout subisce traumaticamente questo ritorno nella sua cittadina e non vede l’ora di scappare.

Davvero curiosa questa circostanza se confrontiamo la cittadina e i suoi abitanti, Atticus soprattutto, che racconterà dopo nel suo capolavoro.

Nel 1962 il romanzo è stato trasposto in un film omonimo diretto da Robert Mulligan. Il film, interpretato da Gregory Peck, è un classico del cinema americano e ha vinto tre premi Oscar, tra cui quello per il miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura e miglior scenografia. Aveva ottenuto altre otto nomination per miglior film, miglior regia, migliore attrice non protagonista, miglior fotografia e miglior colonna sonora.

ha inoltre vinto tre Golden Globe (tra cui sempre Miglior attore protagonista), Premio Gary Cooper a Cannes (nominato per miglior film), David di Donatello (miglior attore).

La musica di Elmer Bernstein, dopo la nomination all’Oscar, vinse il Golden Globe.

Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, ed è considerato il venticinquesimo dei cento più importanti film americani di tutti i tempi.

Il film segue fedelmente la trama del romanzo, anche se nel film la figura di Scout è più matura e consapevole rispetto al romanzo. Alla sceneggiatura e al casting collaborò attivamente la stessa Harper Lee.

Per interpretare il personaggio di Boo, un giovane ancora misconosciuto Robert Duvall, si è astenuto dall’esposizione ai raggi solari per circa dieci mesi.

La stessa Harper Lee è stata personaggio cinematografico nei due film legati alla biografia di Capote. Nell’ultimo (Una pessima reputazione) fu interpretata nientemeno che da Sandra Bullock.

Un’ultima curiosità: la produzione dopo aver scartato Rock Hudson per la parte di Atticus Finch, propose il ruolo a James Stewart, che era uno dei più richiesti divi del cinema di quegli anni, altro grande interprete hitchcockiano. Ma Stewart rifiutò temendo di essere troppo assimilato alla figura di Atticus Finch, troppo liberal e progressista per i suoi gusti politici.

Non si sbagliò se consideriamo che Gregory Peck, nonostante i tanti successi della sua carriera, Vacanze Romane, i film di Hitchcock, i western, dopo questo ruolo, veniva affettuosamente chiamato da amici e familiari sempre Atticus, fino alla fine dei suoi giorni, venti anni fa.

Dopo la visione del film, il pubblico ha condiviso emozioni e commenti sul film, sul libro, e sul confronto tra i due mezzi espressivi.

Coloro che hanno avuto modo sia di leggere il libro che vedere il film, hanno concordato che il film è una trasposizione molto fedele del libro.

La chiave del successo sia del libro che del film è stata riscontrata nella costruzione della storia dal punto di vista dei piccoli, fino al momento in cui, per le vicende del processo, intrecciano le loro piccole esperienze con quelle degli adulti. Una storia di formazione, una storia di crescita, di consapevolezza.

È stata molto apprezzata la prestazione di Gregory Peck, la sua compattezza, il rigore e la dolcezza con cui svolge il ruolo di educatore dei propri figli.

Per altri versi il pubblico ha riscontrato in alcune modalità di comportamento, per esempio in aula durante le udienze, e in alcune forme verbali comuni, per esempio il “negro” utilizzato senza remore, la misura dei sessant’anni trascorsi.

Non ci resta che aspettare il prossimo appuntamento culturale a Lentini.

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