Marcello, il mio amico che fa poesia con la luce, mi ha scattato questa foto un anno fa.
Non poteva sapere che effetto avrebbe avuto su di me. Non poteva sapere che l’avrei nascosta per un anno, perché ci dovevo fare i conti.
Nell’estate che mio padre si ostinò a non concludere, in una veranda tra parenti e amici, gli fu scattata una foto simile: stessa espressione, stesso gesto interrogativo con la mano chiusa, stesso divertimento.
In quella foto c’era la sua essenza, la sua capacità di ridere di tutto, soprattutto di se stesso, la sua capacità di condividere allegria, di costruire relazione stabile con tutti.
Ma il fotografo occasionale non era un artista come il mio amico Marcello.
Lo scatto lo immortalava scomposto, irregolare, sgradevole nel suo insieme.
Ho amato quella foto perché mi restituiva le sue caratteristiche che amavo.
Ho odiato quella foto perché me lo restituiva scomposto, offeso, umiliato dallo scatto come fu umiliato e scomposto dalla morte poco dopo.
Oggi è pure virata in un giallo non nobile come il seppia, un giallo sporco, umiliante, offensivo.
Da qualche settimana Marcello mi consiglia di cambiare foto al profilo social. Lui non cita questa foto, ma io lo so che pensa a questa.
Con la sua maestria, con il suo sguardo soprannaturale, ha colto quella che credo sia la mia essenza. L’amore per il cazzeggio, sostanza filosofica di una vita di relazioni, l’amore per gli amici, lo specchio della fonte in cui, narciso, cado molto volentieri e che sempre mi sostiene e mi rialza più forte di prima. Ci ritrovo tante di quelle caratteristiche che ho amato in mio padre, che ho imparato da mio padre.
Marcello ha evitato la scompostezza, l’offesa e l’umiliazione della foto di quaranta anni fa.
Senza saperlo, chiude un mio cerchio, sutura una ferita, concilia un dolore.
Ecco perché ho aspettato un anno per cambiare la foto del profilo. Si doveva rimarginare.
Quante cose ci sono in una foto, quante riesce a mettercene Marcello Bianca?
Non dovrei scriverti che mi hai fatto piangere, ma ormai l’ho scritto.
… e noi tutti, amici tuoi, lo impariamo giorno dopo giorno da te. Grazie Gingolph 💚