…e per chiudere, Sua Maestà l’Iris – Il Mistero di Anna di Simona Lo Iacono – Neri Pozza

Non potevamo chiudere meglio la nostra stagione di eventi culturali a Lentini.

Venerdì sera, 3 febbraio, sfidando le temperature rigide, estensione della Merla, un nutrito gruppo di appassionati è convenuto presso il Centro Polifunzionale della Biblioteca Riccardo da Lentini, per incontrare Simona Lo Iacono, venuta a parlarci del suo ultimo libro, Il Mistero di Anna, pubblicato con la casa editrice Neri Pozza.

Un altro grande successo nato dalla collaborazione editoriale con Roberto Cotroneo.

Non è la prima volta che Simona Lo Iacono viene a Lentini a parlare dei suoi libri, del Pantheon letterario di figure resilienti, che sta costruendo, icona dopo icona.

L’ultima volta era venuta a presentarci la storia di Anna Maria Ciccone, la Tigre di Noto.

Ieri sera, introdotta dal saluto e dall’accoglienza del Dirigente Cardello, è venuta a raccontarci delle due Anna che animano queste pagine: la piccola Anna Cannavò, sua creatura, e, soprattutto, Anna Maria Ortese, la scrittrice napoletana che ha attraversato come una affilatissima spada il Novecento italiano.

Simona Lo Iacono alterna due espedienti letterari azzeccati per raccontarci questa storia.

Le pagine di un diario della piccola studente elementare ortigiana, Anna Cannavò, che ha la ventura di vincere un concorso scolastico che la porterà ad incontrare la scrittrice come premio.

Le lettere che Anna Maria Ortese scambierà con una misteriosa interlocutrice dal 1952 al 1968, epoca appunto del concorso e dell’incontro con la bambina.

Da questi due diversi registri, da queste due diverse voci che si alternano nelle pagine, prendono vita la storia personale ed artistica di Anna Maria Ortese e dell’Italia letteraria del Novecento.

Con la consueta grazia interpretativa Francesca Pacca ci ha dato un saggio di entrambe le voci del romanzo.

L’incontro di Simona Lo Iacono con Anna Maria Ortese nasce dai tempi del concorso in magistratura. Per ricompensarsi del traguardo raggiunto, la giovanissima giudice Simona si regalò Il Cardillo Addolorato di Anna Maria Ortese, e fu amore eterno ed indissolubile con tutta la sua opera letteraria.

Simona Lo Iacono ci ha raccontato che la scintilla che ha innescato le polveri per trasformare in romanzo una serie di stratificazioni accumulate negli anni intorno alla figura di Anna Maria Ortese è stata proprio la voce della bambina Anna.

Durante le fasi finali della stesura della Tigre di Noto, quando in quel libro fa capolino la figura di una bambina, la voce della piccola Anna le si è imposta.

Tanto da dover accantonare temporaneamente quella stesura, e lasciare scorrere sulla pagina quella voce.

Ne è venuto fuori un ritratto decisamente riuscito.

Una piccola ortigiana, dall’estrazione sociale periferica, ma stregata dalle parole, capace di volare tra pensieri e parole con una fantastica leggerezza. Capace di restituire al mondo magico delle parole tutta quella poesia che la realtà si ostina a scrollare loro di dosso.

Anna Cannavò, minuta ed invisibile, come il Cardillo addolorato, in una simbologia squisitamente alla Ortese, diventa la voce che può raccontare il dolore, che può estrarre dalle viscere tutto il dolore.

Simona Lo Iacono con conversazione arguta e sempre appassionante ci ha aiutato a delineare tutta l’evoluzione della figura straordinaria di Anna Maria Ortese, spingendo molti degli intervenuti a rinfrescare o fare la conoscenza con le opere della scrittrice napoletana.

Nei nostri eventi culturali a Lentini abbiamo sempre provato ad utilizzare linguaggio e spirito libero e scanzonato, ma mai banale, per compiere piccoli passi di approfondimento e di condivisione.

Lo abbiamo fatto negli incontri con Verga, con Pasolini, con la musica dei Pink Floyd, con la storia dello sbarco del 1943, inseguendo le tele del Caravaggio,con la Poesia che impolvera queste strade ed in tante altre occasioni.

Non potevamo perdere l’occasione di avere con noi la sagacia di Simona Lo Iacono, appassionata studiosa di Anna Maria Ortese, e non fare un piccolo passo verso la conoscenza della vitalità e dell’energia che l’Italia Letteraria degli anni Cinquanta e Sessanta sprigionava.

Attraverso la lettura di un brano da Napolitan Graffiti di Raffaele La Capria, magnificamente interpretato da Simone Giallongo, ci siamo fatti aiutare da Simona Lo Iacono a ricostruire un episodio iconico di quel periodo: la pubblicazione nei Gettoni dell’Einaudi di Vittorini, della raccolta di racconti Il Mare non bagna Napoli, premio Viareggio 1953.

L’ultimo racconto di quella raccolta, Il silenzio della Ragione, fu l’occasione di uno scontro culturale, sociale, personale tra Anna Maria Ortese e gli intellettuali e gli amici napoletani. Fu la ragione di una rottura insanabile, di un esilio non solo intellettuale, ma proprio fisico, della Ortese da Napoli.

I racconti di Simona Lo Iacono hanno suscitato molto interesse tra i partecipanti, che le hanno fatto alcune domande particolareggiate ed interessanti.

Prima del firma copie e delle chiacchiere spontanee tra la scrittrice ospite e gli intervenuti, una sorpresa, ignota anche agli organizzatori dell’incontro, ha sigillato con nota lieta questo appuntamento.

L’avvocato Failla ha fatto un gradito dono floreale alla nostra ospite, ma, soprattutto, ha fatto dono alla scrittrice e giudice Simona Lo Iacono degli Iris al cioccolato, rappresentazione ormai iconica di tutti i recenti eventi culturali (e non solo) lentinesi.

Non potevamo chiudere meglio questa stagione lunga ed esaltante di incontri culturali a Lentini.

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