Non c’era Chi l’ha visto? quando l’Italia si interrogava sul destino di Ettore Majorana. Non c’era neppure quando sparì il prof. Caffè.
Sia prima della archetipica trasmissione televisiva, che, soprattutto, dopo la sua comparsa, sparire non è così facile come sembra.
Sparire volontariamente intendo.
È una cosa che riesce solo ai geni, ai geni veri.
La scomparsa di Majorana è un punto nevralgico della storia del nostro Paese, e non solo. Interseca momenti di grande importanza, svolte che hanno cambiato il corso della Storia.
Molti se ne sono occupati, molte teorie sono state elaborate. Molti silenzi hanno costruito un muro di gomma, hanno bloccato ogni tentativo della verità di emergere.
Barbara Bellomo, come ha già fatto per raccontarci dell’estate del Quarantatré, crea una storia che si svolge durante la Storia. Crea un profilo di donna intrigante, interessante, più moderna dei suoi tempi, per raccontarci della scomparsa di Majorana.
La Biblioteca dei Fisici Scomparsi di Barbara Bellomo – Garzanti
Questa donna è Ida Clementi, una romanzata figura di bibliotecaria di via Panisperna, testimone oculare di scoperte ed eventi cruciali per la Storia.
Al tempo stesso protagonista di una storia personale molto particolare. Una storia familiare, una storia d’amore, una storia che racconta costumi e mode dei quasi trent’anni che dalla fine degli anni venti portano l’Italia e l’Europa fuori dalla Guerra verso la modernità.
Ida del 1954, carica di anni e di esperienze, di rimorsi e di ricordi, di rimpianti e di rancori, ricostruisce la sua vita tra Roma, Torino e Catania dei trent’anni precedenti.
Alla ricerca di qualcosa che faceva parte di lei e che nel frattempo è scomparso. Alla ricerca dell’amico e concittadino, illustre fisico, scomparso anch’egli nello stesso frattempo.
Queste due scomparse inceppano la sua evoluzione.
La sete di ricerca di Ida si sviluppa nei due fronti, mischiandoli continuamente, in una crescente autocoscienza personale e collettiva.
Ida e il collega di Majorana, Alberto, ingegnere e fisico come lo scomparso scienziato, frutto della fantasia di Barbara Bellomo, sviluppano le loro vicende umane, attraversando i sentieri della Storia.
Incontrano personaggi storici, ne risaltano le caratteristiche note e meno note.
Fermi, Segrè e Amaldi, ovviamente. Majorana, almeno fino all’imbarco sul piroscafo da cui non scese mai.
Ma anche Orso Maria Corbino, che in questa città viene ricordato particolarmente quest’anno per il centenario della istituzione del Liceo Scientifico intitolato allo scienziato e ministro megarese.
E non solo.
Fa la sua comparsa anche il Maestro di Regalpetra, un giovane Leonardo Sciascia che nel 1975 poi pubblicherà un fondamentale saggio su questa misteriosa scomparsa.
La vicenda si sposta pure in Argentina dove Ida Clementi, contravvenendo a tutti i canoni del tempo sulle donne e sul loro ruolo nel mondo, insegue le sue due indagini, interiore ed esterna. Dove compare anche il famoso professore cileno che sostiene di avere incontrato o sentito parlare di Majorana.
Tutti questi personaggi reali e inventati, concorrono a realizzare un affresco dettagliato delle condizioni sociali e politiche in cui si viveva in quegli anni. Un affresco a fosche tinte della condizione della donna in Sicilia e in Italia, dello strapotere di mariti e padri, della difficoltà di conciliare scienza e libertà, della insufficienza del progresso scientifico e tecnologico per accompagnare un concreto progresso sociale e civile, politico e libero, del Paese.
A tratti, tra un episodio e un ricordo, emerge anche la colpevole distrazione e la infausta sottovalutazione dei fenomeni (Hitler sopra tutti), che impediscono a Ida, Alberto, alla famiglia Clementi, ma anche a Fermi e ai ragazzi di via Panisperna, di accorgersi in tempo del disastro e di operare in chiave preventiva.
Forse con la sola eccezione del giovane catanese, di intelligente lignaggio, che sfuggì (volontariamente?) all’inevitabile epilogo distruttivo.
Il romanzo di Barbara Bellomo non è un libro di storia. Anche della vicenda centrale del fisico scomparso non viene rispettata pedissequamente la sequenza temporale delle ricerche e dei risultati.
È un romanzo storico che intreccia la Storia con le storie dei personaggi e dà vividezza narrativa a questo intreccio.
Una lettura godibile, personaggi che agiscono sulla scena con interazioni credibili e intriganti.
Un romanzo denso, un personaggio rotondo, una domanda che resta senza risposta: Che fine ha fatto Ettore Majorana?
Chi l’ha visto?